È difficile dare una risposta a quella che potrebbe sembrare una domanda piuttosto semplice. Si potrebbe anzi dire che il buon meditante, più pratica e maggiormente si rende consapevole di quanto l’essenza della meditazione stessa sia sfuggente, inafferrabile, indefinibile. Possiamo tuttavia dire che la meditazione è uno stato di puro essere, di chiara consapevolezza , di attenzione osservante: uno stato originariamente naturale, ma per il quale è necessario un lavoro su di sé. Si ritorna alla condizione normale del corpo e della mente: uno stato di unità, precedente a qualsiasi dualità. Attraverso una serie di esercizi di indagine della propria meccanica fisica e mentale (dalle sensazioni e dai pensieri più grossolani a quelli più sottili), si è pienamente presenti, consapevoli, qui ed ora: si realizza la pienezza della pura attenzione.